domenica 16 ottobre 2011

Titolo di questo post sconosciuto

L'impostazione di default del blog mi chiede sempre un titolo appena apro un nuovo post. Una rigidità inutile. Chi programma questi aggeggi parte dall'idea che dovrà usarlo anche un bambino e quindi pensa di venire incontro a un suo bisogno di ordine suggerendogli di dare come prima cosa un titolo. Da scolaro e fino alla fine della scuola in effetti mi davano il titolo del tema e poi dovevo 'comporre'. Qui in fondo ci si limita a dire che prima viene il titolo. Ma non è così. Quella è l'ultima cosa. Tuttavia, se stai scrivendo qualcosa che segue grosso modo un progetto,  arriva sempre il momento in cui devi deciderti a dare un titolo alle parti o al tutto.
Così è stato ieri sera, prima di addormentarmi, essendo a letto da almeno un'ora, sulle pagine di Don DeLillo di Rumore bianco. Una scrittura intensa la sua, con accensioni di spirito, di ironia e di acutezza psicologica come da tanto non leggevo. Ma c'è qualcosa che non mi convince e ancora non ho capito cosa. E' come se un esito particolare della scrittura debba manifestarsi da un momento all'altro, ma ieri sera ho già superato la metà del libro. Vedremo.
Ho interrotto all'improvviso la lettura folgorato, come talvolta mi accade, dalla improvvisa chiarezza dei titoli che darò alle altre due parti del poema. La seconda parte sarà intitolata La nostalgia di Orlando, la terza ed ultima Il tradimento, o La fuga di Claudio.
In realtà i titoli mi hanno subito dimostrato un'altra cosa, e cioè che il poema sarà in tre parti. Così è.
Accade così anche in altre situazioni. Così la fisioterapeuta mi svela che mentre richiama la mia concentrazione sui movimenti necessari per sbloccare la rigidità delle ultime vertebre del rachide, in realtà sta liberando dal dolore acuto l'area intorno al piede destro sul quale pesa il nervo sciatico infiammato. Preoccupato del titolo da dare alle parti successive, ieri sera ho capito che il poema non andrà oltre una terza parte. Meno male. Tuttavia l'idea di aver intravisto una fine mi angoscia. Dopo aver finito cosa scriverò? E' da un po' che ho l'impressione che questa sarà l'ultima cosa che scrivo in poesia.

1 commento:

  1. Non leggo più le righe di presentazione del blog.

    Ti prepari a ri-scoprire la scrittura in prosa?

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