giovedì 24 gennaio 2019

Tordi beffeggiatori



E' il mimus polyglottos, diffusissimo qui in Arizona. Bel tipo. Indigeno degli Stati Uniti. Le due foto dalla mia casa sono quello che sono, in Wikipedia ce n'è di stupende. All'amico Neri il  mimus farebbe ovviamente venire in mente un nuovo tipo di mimetismo. La domanda: ma chi è veramente costui? è del tutto legittima. Il nome è quello scientifico, gliel'ha dato Linneo a fine settecento nella sua opera monumentale.
Noto perché passa il tempo a imitare sfacciatamente qualunque altro uccello, indistintamente. Non contento riesce a imitare anche grilli, rane e altri rumori, come gli viene. Qui i locali gli hanno dato un nome che vuole evidentemente rispondere alla domanda sulla sua identità. E l'hanno chiamato Mockingbird. In italiano suona: tordo beffeggiatore. Che rispetta il senso della parola inglese mocking la cui traduzione rimanda a derisorio, canzonatorio, beffardo. Insomma un clown, un attore, una prima donna, un comico, questa sarebbe l'identità del nostro. Del tutto poco credibile.
Facciamo nostre le buone intenzioni di quegli studiosi americani che così l'hanno nominato, volevano aggiungere un tocco di simpatia antropomorfica. Che non è una tendenza tipica degli abitanti del Nuovo Mondo, dato che quanto ad antropomorfizzazione gli antichi greci sono stati maestri.
Gli animali per sfuggire ai predatori attuano numerose strategie, alcuni si mimetizzano, gli opossum si fingono morti, altri sputano sostanze velenose. Il mimus, con quel gran daffare che si dà a parlare tutte le lingue che gli passano vicino, più che difendersi da qualcuno ha piuttosto l'aria di un tecnico della comunicazione, dell'accoglienza. Forse il nome americano che rimanda il suo canto al derisorio, al canzonatorio, non è poi così infelice. In effetti sembra farsi beffe di quel muro che a qualche centinaio di miglia più a Sud da dove abito il presidente americano sta tirando su con tanto di esercito.