Ma poi perché dare un genere. Poemetto lascia perplesso anche l'amico N. Il quale, nella sua solita ambiguità, dice: certo, superata l'esitazione a usarlo, dopo non resta che poemetto!
L'unica possibilità di bypassare la questione è dare direttamente un titolo.
Troppa enfasi in 'Viaggio in Colonia'. Dove quell''in' dovrebbe dire molto, dovrebbe.
Ad A. invece piace ' Köln, 1963'.
Io non posso fare a meno di ricordare 'Concerto a Colonia' di Jarret, che segnò i miei anni settanta.
Ma 'Köln, 1963' mi suona un po' snob. Meglio 'Colonia, 1963'.
Comunque Claudio non mi parla. La memoria è tornata muta. I due tradimenti sono veri ma ricordo troppo poco. Della sua vita universitaria ricordo la sua battaglia per difendersi dall'accusa di aver usato soldi della cassa del movimento degli studenti. Ricordo la sua appassionata difesa, di quando nella seduta pubblica esibì tutte le ricevute delle spese effettuate. Ma se aveva ragione perché abbandonò l'Università e gli studi per finire a Londra a fare il barman? La memoria è meno avara sui suoi ritorni dal servizio al bar degli ufficiali, che chiudeva come in UK alle dieci di sera. Era sempre un po' sbronzo, mi intratteneva con racconti e fumava le sue Rothmans che l'ufficiale inglese gli procurava. Come mai non mi ha mai parlato di donne? Omosessuale non lo era, almeno mi sembra. O magari lo era e lo nascondeva. Aveva nostalgia dell'Inghilterra, questo sì. Quando decise di andarsene? Da fratello maggiore, come gli piaceva porsi, mi fece raccomandazioni, in particolare mi invitò a non andarmene di lì senza un ricordo. Mi suggerì di comprare un accendino. Un Dupont d'argento. Dovevo insomma andarmene spendendo dei soldi, una sorta di sacrificio per il viaggio di ritorno. In effetti così feci. Quell'accendino l'ho conservato finché una banda di teppisti mi rubò l'auto con dentro l'accendino. Il maggiolino lo ritrovai, l'accendino no. Era il 1970.
Credo partisse per l'Inghilterra ma non ricordo altro. La quarta parte di 'Colonia, 1963' è di là da venire.
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