sabato 24 marzo 2012

Interessante quel tuo scritto.
Trovo ormai insostenibile il peso di questa presunta gratificazione che ti arriva quando non ti aspetti gran che ma comunque altro.
Ma insomma la poesia riguarda l'arte o no? E se sì ha a che vedere con l'estetica o no? E allora una poesia o è bella o non lo è, o ti piace o no. E se la trovi interessante intendi che c'è dentro qualche spunto che varrebbe la pena che io sviluppassi o intendi che ahimé non c'è niente da fare?
Pochi hanno il coraggio di dirti: bello! Pochi si assumono la responsabilità di dirti direttamente: bella schifezza!
Anche perché in effetti a chi scrive il giudizio arriva di solito da un altro che scrive, e da una parte è un po' difficile che chi scrive non riesca a dire, in quanto scrive, almeno una cosuccia interessante, dall'altra il giudicante, che scrive appunto anche lui, si troverà presto nella parte del giudicato.
A furia di somministrarci questi 'interessante' abbiamo finito col trovare molto significativo che il tale te lo abbia regalato. Avrà voluto dire che stoffa e talento ci sono ma che vanno coltivati ancora. Avrà voluto dire che la prima impressione è stata buona e che una seconda lettura solleverà e confermerà il giudizio positivo ora prudente. Oppure che la tua poesia non vale proprio niente e dire così è stata una formula per non abbatterti.
La realtà nella maggior parte dei casi è che la tua poesia è irrilevante, che ha davvero qualcosa di interessante ma che si ferma prima che uno possa dire: bella!
La storia è cominciata con Baudelaire, con quel suo perdere l'aureola nel fango della metropoli. Da quel momento è diventato sempre più difficile parlare di bello.
La poeticità anzi è stata messa al bando. La cosiddetta 'aura poetica'.
Giusto così.
Per far pari, o magari qualcosina in più, visto che l'umanità per ora sopravvive, con le brutture del Novecento, bisogna saper andare ben oltre la poeticità.
Perché l'umanità sopravviva bisogna, rispetto alla bruttura che produce, che riesca a creare un grammo di bellezza in più, un secondo di bellezza in più, un millimetro di bellezza in più.
Per questo siamo sempre a un passo dall'abisso, per questo riusciamo sempre a scavalcarlo. Almeno sin qui.

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