Un lettore mi chiede come mai ultimamente pubblico post molto a rilento.
'Inverno a Colonia' continua ad essere la mia prova creativa più importante anche se sono impegnato su altri fronti. Continuo a pensare che quella in corso sarà l'ultima parte ma sarà anche quella più complessa per le sue novità nel linguaggio e nei temi. Non è più solo una questione della memoria a rilento su un episodio così lontano, è la materia in sé a fare gorgo. In certi momenti sono come ingolfato da una quantità di idee e immagini che nella pressa di uscire si ostacolano e io non riesco a trovare l'ordine con cui accompagnarle su questa pagina, bianca come quella di carta. Altre volte, forse come conseguenza, resto muto come in un deserto. Ma questa, più della prima, è condizione felice per scrivere. L'idea del deserto è quella con la quale ho maggiore confidenza nonostante non ne abbia mai attraversato realmente uno. L'idea di deserto è sufficiente a farmi intravedere la pista. So che nel deserto di cui parlo la pista non esiste ma è tutta da scoprire, è il desiderio della pista che crea il deserto.
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