2 ottobre
Avrei voglia di scrivere ma ciò cozza con il mio attuale stato, quello che riesco a fare è solo qualche breve riflessione su FB, la qual cosa mi immette nel luogo che maggiormente mi crea contraddizioni tant’è vero che ci torno per decidere di non farlo più. Avrei voglia di leggere ma ciò cozza ancora con me stante il fatto che i libri li lascio a metà (non tutti). Però c’è l’epica da mettere insieme e chissà cosa verrà fuori. Poi c’è Piergiorgio che dalle sue righe fa il grande intellettuale moralista che è stato e che si lascia leggere. Odio avere impegni. Non so che farmene. Se non ne ho però un po’ li cerco. Stiamo bene a Milano e credo proprio che l’abbuffata di Cinquale ci vorrà ancora un pò per digerirla. Sarà perché non vivo nulla di cogente. La politica mi annoia e in questo momento di guerra che dire? Non sono un intellettuale, in questo momento, impegnato, se mai lo sono stato, sono uomo di lettere un po’ all’antica, di quell’epoca remota mai esistita in cui il prof di lettere era buon artigiano di lettere, sempre sulla soglia di casa, questo sì con una forte propensione a essere attivo, uscire, fare la spesa, andare in bici, ma anche impegnare le mani, fare buchi nei muri, pittare le porte, magari cucinare. A’ nottata è passata, e dunque che altro c’è da fare? Insomma un letterato pacifico di provincia, Rimini magari anni ’50, non Milano, a Milano c’è la Storia e se studi Storia allora diventi intellettuale ma per scelta fortemente sentita di quelli impegnati a dire il mondo e magari a capovolgerlo. Bisognava farlo. Comunque provarci. Ora via Bellezza parco Ravizza sono di fatto come la mia Rimini vissuta negli anni ’50, anni spensierati, disimpegnati, senza storia, il mare a portata di bicicletta, le ragazze, gli amici di strada, il profumo degli alberi, del mare, le carezze nella loro espressione più innocente. Perché non godere tranquillamente di tutto ciò? La rivoluzione è stata. Tutto domani cambierà. Ma forse no.
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