Qui in Toscana è tempo di memorie legate alla Resistenza. Ieri Stazzema, oggi la liberazione di Firenze. La Toscana è stata epicentro della linea gotica e quindi ce n'è da rammentare, commemorare. Non posso fare a meno, scorrendo le immagini del Gr3 toscano, di avere il solito allarme contro la retorica. Ma mi passa subito. Vengo dagli anni cinquanta, sessanta, settanta, ecc. quando le commemorazioni istituzionali erano gonfie di retorica. Eppure anche allora c'erano quelle onorevoli e sincere. Persino dentro la DC c'era una parte sincera. Quanto ai 'sinceri democratici' che dire? Il fatto era che le istituzioni pensavano a bilanciarsi e questo bastava a quelli della mia generazione ad allarmarsi contro la retorica, c'era troppo 'bilanciamento' e noi avevamo forte la consapevolezza che la Repubblica era troppo occupata ancora dai fascisti storici e da quelli novelli. Il problema è che nonostante i decenni, con gli omissis e i cosiddetti misteri delle stragi fasciste, con la riedizione farsesca del fascismo berlusconiano, con le brutture reazionarie dei razzisti di oggi, per tutto un apparato istituzionale non si può tuttora evitare di sentire allarme per la retorica, vuota di vera Storia. Eppure c'è da rammentare, occorre continuare a farlo, ma occorre aggiungere alla memoria la memoria della memoria. Continuare a rammentare che c'è stata e magari c'è una memoria vuota e retorica ma che da quella prendiamo le distanze, sempre. Occorre ricordare ai nostri nipoti che c'è una memoria necessaria per dare senso alla Storia e una memoria retorica, vuota, da spazzare via.