Cioè in sostanza essendo il furto di lavoro alla base del sistema capitalistico ne viene che questo sistema è un sistema di ladri. Questo comporta un cortocircuito tra economia e etica. Il giudizio etico torna a imporsi nel terzo millennio d.c. Altro che ripararsi dietro l'ormai secolare 'non si danno giudizi moralistici' sull'economia. Da cui segue che l'economia avrebbe le sue leggi autonome indipendenti dalla morale. E di conseguenza anche la politica, ma lì la morale non esiste dal tempo di Machiavelli, non perché lui ne l'abbia tolta ma perché, ci dice, a andare a vedere come funziona la politica essa funziona bene solo se non tieni conto della morale.
Ma perché Graeber e Wengrow si sono messi a studiare vicende umane di quarantamila anni fa? Semplice a dirsi ma non è cha la risposta sia poi così complessa, lo hanno fatto perché pensavano di poter dimostrare che il sistema capitalistico non è l'unico sistema possibile di convivenza umana né che per forza un sistema di organizzazione sociale debba essere basato sul furto.
I due insomma vogliono quanto meno fare presente che l'attuale sistema mondiale dominato dall'economia capitalistica non è davvero l'unica soluzione veramente possibile per organizzare il pianeta. In realtà non si attardano a rilevare come questo sistema sembra minato dall'interno dalla cattiva manutenzione del pianeta, dalla proliferazione di guerre a bassa intensità ma a alta ferocia, dall'incapacità di agire per il bene comune.
Essi rovesciano l'assunto e spingendosi fin là dove possono arrivare i sofisticati strumenti di indagine antropologica, cioè alle soglie della civiltà, dimostrano che no quello che viviamo non è il destino finale del mondo perché l'umanità ha mostrato di poter organizzarsi in maniera diversa dall'attuale e che ciò dipende da scelte precise.
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