giovedì 15 ottobre 2020

Tucson AZ 2020






Volevi dirmi questo, che sopravvivere
è più facile che vivere. 
Per questo portavi sulle spalle uno zaino 
rigonfio di chissà cosa.
Ho visto la tua sagoma col passo ingobbito
trascorrere nella vetrata e sono sceso nel giardino
fra i due alberi di mesquite già pieni di baccelli
come dovessi spaventarti.
Ma dove vai? ingarbugliavo il mio inglese
col tuo sconcerto e il mio allarme.
Hai guardato i miei piedi hai detto cerco money,
e li cerchi qui? e soldi in realtà volevi
e mi guardavi spaventato le mani,
ma vattene dico e tu fai per scavalcare il muro
del vicino, ma no non di là, qui nessuno spara
di là non so.
Hai smosso passandomi vicino un'aria
di afrore invero poco solforoso, diavolo d'un afroamericano
che parli una lingua piena di radici latine nascoste
dalle tue vocali deboli.
Al cancello ti sei fermato, hai preso in mano il chiavistello
sgangherato e l'hai scosso guardandomi.
Lo so lo so che è da aggiustare, non ho più le mani
per queste cose, lo dirò a my son...
Ma tu volevi dirmi che per qualche dollaro
lo aggiustavi tu, perché forse sopravvivere
è più facile che vivere.
Vattene va, non è più il tempo per lavoretti
né c'è spazio per sopravvivere. Non ti resta che vivere.
Anche se qui la vita vale molto poco, molto meno che
nel vecchio mondo, so far!
Lo sapevano già compagni e compagne di strada, George Floyd
in Minnesota, Ahmaud Arbery in Georgia, Breonna Taylor
in Kentucky, Manuel Ellis nello Stato di Washington 
e i 755 negli ultimi tre anni morti ammazzati.
Vattene va, ti dico questo, nel cammino vesti di chiaro
solo nel giorno e cammina contro sole
che l'ombra non ti preceda.

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